Trattato sul primo principio

Testo latino a fronte. Testo integrale

In quattro densi capitoli, Giovanni Duns Scoto (ca. 1266-1308) costruisce, nel Trattato sul primo principio, una delle prove dell’esistenza di Dio più complesse e sofisticate tra quelle elaborate nell’ambito dell’intera tradizione occidentale. L’argomentazione si fonda sul concetto di ente (che per Scoto è logicamente univoco, tale cioè da includere tanto Dio quanto le creature), e in particolare su quella proprietà trascendentale dell’ente che è l’ordine essenziale (il fatto cioè che tutti gli enti siano tra loro in un determinato rapporto di anteriorità e posteriorità). Dopo aver distinto sei tipi differenti di ordine essenziale, Scoto ne sceglie tre (quello della causalità efficiente, quello della causalità finale e quello dell’eminenza), per provare quindi che, in ciascuno di essi, è possibile un termine primo incausato e incausabile, che non dipenda in alcun modo da un termine superiore. A questo punto, Scoto dimostra che se tale termine assolutamente primo è possibile, esiste anche di fatto, perché non potrebbe fondare in altro la sua possibilità (che pure è stata appunto dimostrata) se non nella sua stessa esistenza attuale. Infine può mostrare che i termini primi nei tre ordini essenziali distinti in precedenza coincidono tra loro (la prima causa efficiente è anche la prima causa finale e il primo eminente), che questo ente primo è infinito, e che esso produce tutto ciò che è altro da sé in modo libero e contingente. Oltre all’Introduzione, completano il volume i consueti Apparati (Note alla traduzione, Parole chiave, Bibliografia). Il testo latino a fronte riproduce quello stabilito da W. Kluxen (Johannes Duns Scotus, Abhandlung über das erste Prinzip, Wissenschaftliche Buchgesellschaft, Darmstadt 1994), sulla base delle precedenti edizioni di M. Müller, E. Roche e A.B. Wolter.