L'universo cyber 3
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Termina con questo terzo volume la più ampia, articolata ed esauriente raccolta mai apparsa sulla nuova fantascienza. Con la pubblicazione dei tre libri dedicati ai racconti Cyber, non abbiamo voluto soltanto gettare uno sguardo su un movimento letterario che negli ultimi dieci anni ha superato i confini di un genere narrativo diventando un fenomeno multimediale, ma abbiamo voluto accompagnare i lettori in un affascinante viaggio narrativo che traccia una mappa delle frontiere dell'immaginario alla fine del secondo millennio. La presente edizione contiene le seguenti opere: FLATLINE di Walter Jon Williams L'ULTIMA DESTINAZIONE di lan McDonald SPIRITO DELLA NOTTE di Tom Maddox ARACNE di Lisa Mason VANILLA DUNK di Jonathan Lethem ADDIO HOUSTON STREET, ADDIO di Richard Kadrey Il libro è inoltre completato da una guida schematica e da una introduzione di Piergiorgio Nicolazzini che inquadra l'argomento del movimento Cyberpunk. -- PREMESSA In questa collana abbiamo precedentemente pubblicato le antologie "Cyber 1" e "Cyber 2" tratte dal volume "Cyberpunk" pubblicato nella collana "Grandi Opere Nord" e adesso la panoramica si conclude con la presente edizione. A chi si sono rivolti questi libri? A un lettore di fantascienza, sembra ovvio. Eppure la risposta tradisce un sottile disagio, come se il destinatario fosse in realtà un soggetto più sfuggente, molteplice, diffuso, e insinuasse il sintomo di un sovvertimento, di un'irruzione dall'esterno in un universo non tradizionalmente legato al microcosmo della fantascienza, ai suoi protocolli di lettura più rigorosi; come se il "lettore di fantascienza" si fosse trasformato, scisso in un'identità multipla e sfaccettata, come tale sensibile a codici e a linguaggi diversi, più attento a capirne i meccanismi e meno incline alla passività seriale. C'è un fenomeno che ha permesso di individuare un lettore nuovo, ed è il medesimo che ha segnato l'incrocio fra un genere produttivo come la fantascienza, ricco di spinte innovative, ma troppo spesso "isolato", con la complessità delle forme di scrittura contemporanee, popolari e colte, e al tempo stesso con una serie di svolte decisive nei sistemi di comunicazione sociali ed economici, in definitiva, con l'universo del mutamento tecnologico. Ebbene, questo fenomeno è proprio il cyberpunk, ed è altrettanto innegabile che sia emerso all'interno della fantascienza, meglio ancora, nel suo nocciolo duro, che ha scoperto di poter ridiventare avanguardia e riscoprire le proprie risorse più autentiche, mai sopite, ma non sempre adeguate al lungo viaggio nella civiltà industriale e tecnologica. Certo, il movimento è duplice: dall'interno la fantascienza lancia spinte verso l'esterno, ma subisce al tempo stesso l'assalto al suo nucleo propulsivo di letteratura cognitiva, ma non nei termini di un obsoleto abbraccio con il fantasma del mainstream: in realtà, la fantascienza più consapevole è diventata il punto d'attrazione di forme di scrittura e di comunicazione diverse - dai generi letterari contigui alle varianti della scrittura "postmoderna", dalla musica al cinema, dal teatro alla televisione, dai fumetti allo spazio cibernetico, fuori e dentro il video (gioco, simulazione, fiction, hacker), un tessuto magmatico in continua ridefinizione che produce scambi incessanti e imprevedibili, ma che è unito da una matrice comune, perché ogni sforzo di comunicare e di "fare letteratura" non può prescindere oggi dalla realtà scientifico-tecnologica. Non è un caso, quindi, che proprio la fantascienza abbia saputo trovare un punto di coagulazione di queste spinte (latenti già nella prima metà degli anni '80 e indotte anche da un massiccio ricambio generazionale) in un libro come Neuromante di William Gibson e in molta produzione narrativa della seconda metà degli anni '80. Neuromante è un libro di fantascienza, ma al tempo stesso è un fenomeno assai più complesso, un magnifico concentrato di raffinati strumenti speculativi, di metafore radicalmente nuove, verso una riorganizzazione dello spazio immaginativo. L'obiettivo di chi ha creato questa antologia è stato quello di tracciare nel vivo della produzione narrativa una mappa esauriente e rappresentativa (senz'altro la più ampia mai pubblicata, nel suo genere), per capire che cosa abbia significato e continui a significare il cyberpunk nella fantascienza. È la ricognizione narrativa, che spero anche i lettori troveranno appassionante, di un laboratorio freneticamente attivo da oltre dieci anni, che continua a proiettarsi verso l'esterno con forme e proposte stimolanti. Niente a che vedere, quindi, con presunti intenti celebrativi o mummificatori di un "movimento" estinto, ma la testimonianza di come l'addensamento irripetibile della metà degli anni '80 abbia aperto quella molteplicità di strade, di esperienze, di scritture, che sono oggi l'immagine più vera del cyberpunk, o del post-cyber-punk, se preferite, o ancora di un allusivo slipstream. Il cyberpunk esiste oggi nei suoi effetti, nella sua esplosione a raggiera, nel suo processo di disseminazione, come letteratura dell'immaginario che non rinuncia alle proprie risorse, anzi vuole finalmente esplorarle tutte, consapevole che il presente non esiste, perché la realtà è comunque già dislocata nel futuro. Quindi il tentativo è stato di individuare il maggior numero di queste direttrici, attraverso gli autori più significativi. Per una volta, i limiti di spazio sono stati relativi, e la mole dei tre volumi pubblicati ne è la testimonianza. Nessuno dei grandi protagonisti della fantascienza cyberpunk manca all'appello (se qualche assenza si può lamentare essa è dovuta a motivi puramente circostanziali - Kathe Koja, Neal Stephenson, Jack Womack e qualche altro - oppure alla speranza di un progetto più specifico, come nel caso dello steampunk -James P. Blaylock, K. W. Jeter, Tim Powers) e ciascuno di essi con opere sicuramente decisive. Per chi ha iniziato a leggere questi libri, non c'è un vero punto di partenza, ciò che conta è tracciare l'itinerario secondo la propria sensibilità, perché ogni ricognizione sul territorio è sempre un'esperienza personale, soprattutto quando questa fantascienza ridisegna i propri confini e i propri obiettivi a ritmo forsennato. In fondo, lo sappiamo bene, lo sguardo che attraverso di essa possiamo lanciare sul paesaggio globale che ci circonda è unico e irripetibile, e sarebbe vano cercarlo altrove. Piergiorgio Nicolazzini
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